LO “STILE” DI KARATE UECHI-RYŪ IN KARATEKAI ITALIA
Lo stile di Karate Uechi-Ryū è di matrice prettamente cinese, e proviene da una disciplina di combattimento nota col nome di Pangai-Noon (metà duro/metà morbido). Esso fu introdotto per la prima volta ad Okinawa, agli inizi del secolo scorso, dal M° Kanbun Uechi, che lo aveva studiato per oltre 10 anni, appunto in Cina, tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, nella provincia del Fujian (nota per gli stili di lotta della Gru Bianca), sotto la guida del noto M° Shu Shi Wa. Questo sistema è anche denominato “sistema della tigre, della gru e del drago” poichè è caratterizzato da ciò che questi tre animali simbolizzano: forza e vigore (tigre), morbidezza e grazia (gru), agilità e imprevedibilità (drago). Inoltre il sistema è caratterizzato da particolari tecniche, di cui riportiamo un piccolo esempio, che sono difficili da trovare nelle altre scuole di Karate come:
I Kata praticati nello Uechi-ryū sono otto:
Tre sono quelli originariamente appresi da Kanbun Uechi durante il suo soggiorno cinese presso il M° Shu Shi Wa: Sanchin, Seisan e Sanseiryu.
I cinque kata restanti invece, furono elaborati da suo figlio Kanei Uechi e dai suoi studenti dopo la seconda guerra mondiale. Il Kata principale, considerato la chiave di volta dell’intero stile è il kata Sanchin. Attraverso la pratica di questo esercizio isotonico/isometrico, che può a tutti gli effetti dirsi propedeutico alla pratica del Karate Uechi-ryū, si apprende la respirazione basilare dello stile e con la dovuta durezza/morbidezza, il corpo del praticante si plasma, i muscoli si tonificano e la struttura ossea si consolida.
IL SISTEMA UECHI-RYŪ
Altra caratteristica del Karate Uechi-Ryū è l’allenamento tramite attrezzi tradizionali come ad esempio:
HOJO UNDO
Hojo Undo rappresenta un complesso di esercizi supplementari che, oltre ai kata e agli yakusoku kumite, caratterizzano i fondamenti dello stile Uechi-Ryū, ovvero i modi di ricevere (parate), i colpi di pugno, di gomito, di calcio, e tutte le tecniche che sono apprese. Per tali ragioni l’Hojo Undo è molto importante da praticare sempre, sia in caso di principianti che in caso di gradi avanzati.
Progressione tecnica:
LIGNAGGIO
La Scuola Karatekai Italia riconosce, per il Karate Uechi-Ryū, la linea della International Kenyukai Association di Okinawa, avente come caposcuola Hanshi Shinjo Kyohide, 9° dan e leggenda vivente sul territorio nipponico in quanto nove volte campione del “All Okinawa Kata and Kumite Championships”. Figlio ed allievo di Seiyu Shinjo, diventa sho-dan (1° dan) all’età di 16 anni. Dopo la morte del padre, nel 1979, Shinjo si è ritirato incontrastato dalle competizioni fondando il gruppo Kenyukai (“Ken” significa pugno, “yu” deriva dal nome del padre Seiyu Shinjo e “kai” significa gruppo, quindi “Kenyukai” significa “gruppo del forte pugno di Seiyu Shinjo) con la Uechi Ryu Association reclutando, nel tempo, proseliti in tutto il mondo. Egli, inoltre, è membro del consiglio di amministrazione della Okinawa Karate Federation, di cui è stato presidente dal 1991 al 2004.
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COLLABORAZIONI
La Scuola Karatekai Italia, per lo stile di Karate Uechi-Ryū, collabora da diversi anni con il M° Shai Hai, 5° dan, israeliano, allievo diretto del caposcuola mondiale e responsabile della Kenyukai Association in Israele e in tutto il Medio Oriente, periodicamente coinvolto come docente nei seminari nazionali in Italia presso l’hombu dojo (dojo ufficiale) della Kenyukai Italia di Caserta.
IL “METODO” KORYU UCHINADI KENPO-JUTSU IN KARATEKAI ITALIA
Il Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu®, ideato da Hanshi Patrick McCarthy, 9° Dan, noto ricercatore di fama mondiale con oltre un quarant’anni di studi approfonditi compiuti in Giappone, in Cina, in particolare nella regione del Fujian, nel Sud Est Asiatico e, naturalmente ad Okinawa, è un’interpretazione moderna delle discipline di combattimento storiche di Okinawa, fondata come alternativa pragmatica alla pletora di stili di Karate moderno definiti come “tradizionali” terribilmente ambigui e altamente non funzionali. Metodo di apprendimento/insegnamento completamente sistematizzato, coesivo e coerente, impartito in un’atmosfera che onora la cultura da cui deriva ed i pionieri che ne hanno forgiato la pratica, il Koryu Uchinadi è sia un’arte che una scienza. Ben spiegato attraverso la meccanica comune e principi immutabili, il Koryu Uchinadi ha come caratteristiche peculiari le vibranti dinamiche corporee, i movimenti efficaci, la teoria funzionale basata sugli HAPV (atti abituali di violenza fisica) e gli esercizi applicativi a due che ridonano vita ai Kata. Il lascito del Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu può essere fatto risalire alle pratiche del quanfa (kenpo) cinese del Fujian del periodo Qing (1644-1911) che vennero introdotte e segretamente coltivate ad Okinawa durante l’ultima parte dell’antico Regno delle Ryukyu. Originariamente ricercato per le sue applicazioni difensive brutalmente efficaci, il Koryu Uchinadi Kenpo-Jutsu è basato sulle seguenti discipline del quanfa (kenpo cinese) del Fujian:
Queste pratiche vennero sintetizzate con le tecniche difensive locali e vennero costantemente reinterpretate nel tempo sia dalle autorità di polizia che da entusiasti praticanti.
Il Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu include un’ampia gamma di abilità fisiche che consistono nel bloccare, calciare, colpire con i pugni (kihon-waza), manipolare le articolazioni e controllare gli arti (kansetsu-waza), limitare i movimenti dell’avversario (katame-waza), afferrare/premere i nervi e attaccare i tendini (tori-te waza), colpire i punti anatomicamente vulnerabili (kyusho-jutsu), limitare l’afflusso di sangue al cervello e aria ai polmoni (shime-waza), rompere l’equilibrio/proiettare (nage-waza), lottare a terra (ne-waza), uscire da prese e contrattaccare (gyaku-waza).
Inoltre, esso enfatizza gli esercizi a due persone chiamati tegumi futari geiko (Te = mano o mani. Tra le diverse interpretazioni che possono essere attribuite al termine “gumi” ricordiamo unire, cooperare e afferrare. In questo contesto Tegumi si riferisce all’intrappolare e afferrare con le proprie mani. Futari-geiko significa pratica continuativa o esercizio fluido a due persone), quali principali forme di allenamento. Pratiche di questo tipo includono la riproduzione di attacchi realistici, come strangolamenti, prese, ecc… e le corrispondenti difese sia da posizione eretta (tachi-waza) che da terra (ne-waza) con compagni che alternano il ruolo di attaccante e difensore. Attraverso la pratica dei tegumi, il praticante comprende i significati ed i principi dei movimenti e delle posizioni (composizioni difensive) integrati nei kata. Quando praticano i tegumi i praticanti applicano diversi colpi e calci con i piedi, controlli, intrappolamenti, agganci e deflessioni con avambracci e mani, urti col corpo, lotta, blocco delle articolazioni e colpi ai punti vitali con le nocche o le dita in un “flusso continuativo” di movimenti usando brevi sequenze difensive estratte dai kata tradizionali di Karate. Concentrarsi su una sequenza limitata di movimenti consente al praticante di acquisire velocemente familiarità con la tecnica che diviene in breve un’azione riflessa. L’allenamento ai tegumi è molto importante poiché in una situazione reale di autodifesa l’esecuzione intuitiva ed automatica del gesto difensivo è un elemento vitale.
CURRICULUM DI STUDIO DEL KORYU UCHINADI KENPO-JUTSU
GLI EMBLEMI DEL KU E DELL’IRKRS
Riproducendo l’estremità appuntita della katana, la spada dei guerrieri giapponesi, e la punta del pennello da calligrafia, l’emblema del KU esemplifica il doppio sentiero classico conosciuto come “la penna e la spada; l’arte della guerra e della pace” (BUN BU RYO DO) sottolineando l’importanza dell’equilibrio tra allenamento fisico e studio teorico nel perseguire la maestria del sé.
Sotto l’emblema si trova la scritta “KORYU UCHINADI” con kanji tracciati nell’antico stile Tensho (in uso in Cina durante la dinastia Qin [221-206 a.c.], è detto anche stile del sigillo in quanto usato ancora oggi per incidere i sigilli).
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Lo sfondo bianco indica il fondamento della virtù e della purezza a sottolineare la ricerca del perfezionamento del carattere come scopo del praticante. Lo Hidari Mitsu Tomoe (tre sfere rosse con coda orientate da sinistra) è un simbolo comune a molte culture antiche; associato alla potenza e al cosmo rappresenta il dio della guerra e costituiva l’emblema ufficiale della famiglia Sho, la dinastia a capo dell’antico regno di Okinawa. La scritta in kanji che circonda il mitsu tomoe si legge “Ryukyu Karatejutsu Kokusai Kenkyukai” e significa letteralmente Società Internazionale per la ricerca sul Karate delle Ryukyu. La corda intrecciata color oro che circonda l’emblema rappresenta l’arcipelago di Okinawa, i due ideogrammi di cui si compone il nome (“oki” e “nawa”) significano letteralmente “corda in alto mare”. La scelta del colore oro rappresenta la ricchezza; l’IRKRS considera infatti la conoscenza trasmessa come una forma di ricchezza.
IRKRS
Koryu Uchinadi Kenpo Jutsu
古流沖縄手拳法術
(lett.: tecnica del metodo del pugno dell’antica scuola della mano di Okinawa)
COLLABORAZIONI
La Scuola Karatekai Italia, per il metodo Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu, collabora da diversi anni con il M° Marco Forti, 3° dan, direttore tecnico della Seishinkai di Cesena, responsabile per l’Italia dell’International Ryukyu Karate Research Society (Ryūkyū Karate-jutsu Kokusai Kenkyūkai) associazione del caposcuola diffusa a livello mondiale, il quale, periodicamente, svolge seminari in Italia e presso il dojo Koryukan di Caserta.